Breve storia della Langbard
Questa pagina cerca di sintetizzare la storia etnica della Langbard e, con l’aiuto di cartine, di mostrare come nella storia il suo territorio si sia più volte “riproposto”. Per maggiori approfondimenti si consiglia di consultare i numerosi testi di storia che affollano le biblioteche.
Langbard in età preistorica
La nostra cronologia inizia con l’arrivo delle popolazioni indoeuropee che, nell’età del bronzo, occuparono il nord-Italia (Liguri nel nord-Ovest e Veneti nel nord-Est, ma il loro dominio valicava anche i confini alpini). Altre popolazioni indoeuropee colonizzarono il centro sud della penisola, ma a dividerle da Liguri e Veneti c’era il popolo degli Etruschi (sulle cui origini ancora si dibatte).
Gli Etruschi estendevano la loro influenza nell’attuale Toscana (parte era in mano ai Liguri come dimostrano le statue-stele della Lunigiana), ma nel 450 a.C. arrivarono a popolare anche l’area delle attuali Emilia e Lombardia. Da queste zone vennero però scacciati (non si parla di “fusione” di popoli ma di “sostituzione”, non molto pacifica) a seguito della migrazione celtica che nel IV secolo a.C. colonizzò la val Padana creando così quella Gallia Cisalpina di cui parlano i Romani (dopo la conquista e la colonizzazione culturale romana del I sec.a.C. divenne “Gallia togata”).
Gli Etruschi scacciati nel centro della penisola dopo un primo dominio sui romani e le altre genti italiche, pre- o indoeuropee che fossero, vennero eliminati dalla confederazione creata dai romani con le popolazioni vicine.
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Gallia Cisalpina |
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Gallia Cisalpina |
Nel periodo della Roma imperiale si può così dividere il territorio italiano:
- Nord celtico (per i Liguri e i Veneti non appare sbagliato parlare di proto-Celti)
- Centro latino
- Sud ellenico
Ma le numerose guerre e le epidemie di un’età così lontana spopolarono presto il territorio padano tanto che gli imperatori lo colonizzarono chiamando numerose tribù germaniche; a tal proposito riportiamo quanto scritto da S.Fisher-Fabian nel suo "i Germani":
E se [Marco Aurelio] riuscì a riportare la pace sui confini, ciò si dovette a quella coerente politica che il cronista definì con poche parole "...emit et Germanorum auxilia contra Germanos", comprò anche l'aiuto dei Germani contro i Germani. Comprò tribù intere, e siccome non poteva pagare sempre in denaro, dato che le casse dello stato erano così vuote che aveva dovuto mettere all'asta il tesoro della corona, egli promise loro delle terre vicine al confine. Mantenne le sue promesse, ma fu abbastanza intelligente da venderle a caro prezzo. I nuovi abitanti accettarono la condizione di contadini semiliberi, vale a dire coloni. Ciò significava che in tempo di pace erano liberi, ma in tempo di guerra dovevano dimostrare la loro forza con le armi in pugno. Colonizzò così con popoli interi le regioni ormai quasi deserte dell'Italia settentrionale, servendosi prudentemente di piccole tribù che, in caso d'insubordinazione, poteva indurre più facilmente alla ragione. I coloni fornirono le reclute migliori dell'esercito e difesero i confini meglio di quanto avrebbero potuto fare i cittadini romani, il cui numero andava sempre più diminuendo.
Tale “moda” continuò anche negli anni che precedettero la caduta dell’impero romano d’oriente.
I Celti ed i Germani non erano poi così diversi (alcuni studiosi definiscono l’apparire dei Germani come l’ultima migrazione Celtica in Europa) tanto che gli stessi autori latini spesso non riuscivano a catalogare una popolazione in una delle due civiltà; parlando quindi della caduta dell’impero romano d’occidente e degli anni che seguirono non appare poi tanto sbagliato preferire la definizione europea di “migrazione di popoli” a quella italiana di “invasioni barbariche”, anzi si potrebbe considerare il tutto come una “liberazione culturale” delle popolazioni celtiche dal dominio romano (in questo frangente noi intendiamo parlare del territorio della Langbard).
Nel 476 d.C Odoacre alla testa di una confederazione di tribù germaniche depose Romolo Augustolo l’ultimo imperatore d’Occidente e venne eletto re dai suoi sudditi. Il suo potere durò fin quando altri germani, gli Ostrogoti, comandati da Teodorico non decisero di avere il loro regno italiano; l’area padana fu il principale terreno di questo scontro che durò dal 489 al 493. La vittoria di Teodorico diede vita al regno dei Goti che terminò solo inseguito alla guerra (dal 535 al 553) scatenata da Giustiniano, imperatore d’Oriente, per riconquistare le terre un tempo sotto l’impero.
Regno di Odoacre
Regno degli Ostrogoti
Le guerre gotiche e le epidemie non fecero altro che spopolare nuovamente l’area che a breve sarebbe diventata la Langbard (nella Toscana spopolata l’apporto longobardo fu tale che in seguito in molti, appoggiandosi alle controverse teorie di Ludwig Woltmann, riferendosi all’esplosione artistica toscana parlano di un Rinascimento germanico e non italiano); i bizantini usarono anche truppe alleate tra cui i Longobardi che a fine guerra tornarono nei loro territori (l’attuale Ungheria al tempo conosciuta come Pannonia) con informazioni sulle terre subalpine e sulle esigue difese bizantine che potevano presidiarle.
Fu così che il 2 Aprile del 568 re Alboino guidò i suoi Longobardi (e tutte le popolazioni germaniche sotto la loro influenza) alla conquista della Langbard.
Il regno longobardo fu autonomo fino al 774 anno in cui Carlo re dei Franchi lo invase, i due ducati esterni al regno ebbero sorte diversa: i guerrieri di Spoleto corsero dal Papa dichiarandosi romani prima dell’arrivo dei Franchi, Benevento si limitò a non fare nulla per aiutare contro i Franchi Desiderio e suo figlio Adelchi che al tempo reggevano la Langbard.
Quello longobardo fu l’ultimo significativo apporto etnico al territorio della Langbard. Scorrendo questa breve cronologia risulta facile capire come le origini degli abitanti autoctoni della Langbard siano celto-germaniche mentre per il resto della penisola l’apporto germanico, è andato a sommarsi ad una preponderante base mediterranea (romana, greca, nord-africana).
Dopo la conquista franca i longobardi continuarono a dirsi e sentirsi tali ancora per molti secoli: nel XII secolo atti notarili attestano come molte famiglie (anche se i nomi germanici erano ormai latinizzati) si appellavano “alla legge dei padri, alla legge longobarda”.
Langbard sotto Carlo Magno
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Langbard alla morte di Carlo Magno |
(spartizione dell’impero Carolingio in conseguenza del trattato di Verdun dell’843) |
Ricordiamo qui re Arduino di Ivrea che a capo dei suoi Longobardi intorno al 1000 desideroso d’indipendenza per la sua gente si oppose al Papa e all’imperatore del sacro romano impero Ottone III; in seguito ad alcune vittorie venne dichiarato dai suoi seguaci re d’Italia (ma nel centro sud della penisola non aveva appoggi quindi la sua Italia altro non era se non la vecchia Langbard), ma i potenti nemici alla fine ebbero la meglio e Arduino, abbandonato dagli alleati, si ritirò a vita monastica.
ai tempi di re Arduino
A seguito del frazionamento dell’età rinascimentale solo le origini etniche ci ricordano i confini della Langbard se si esclude la parentesi della seconda guerra mondiale della Repubblica Sociale Italiana, la cd “Repubblica di Salò” e la moderna entità politico-geografica definita e conosciuta come Padania (di cui ora la politica non parla più e che non venne mai riconosciuta a livello internazionale).