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Il rix di Superga L’idea di un’origine celto-germanica che differenzia alcune aree della penisola italiana non è certo nuova, numerosi sono gli esempi che si potrebbero citare, in questa sede parleremo di un monumento sito sulla collina di Torino, una statua dimenticata dai più. La zona è quella di Superga, nel piazzale della basilica costruita a seguito della liberazione, nel 7 Settembre 1706, della città dall’assedio francese che la cingeva. La basilica accoglie alcune tombe di Casa Savoia (ma è famosa anche per il tragico incidente aereo in cui persero la vita i giocatori del Torino nel 1949). Proprio questo luogo simbolico per i Piemontesi venne scelto per la posa della statua bronzea, opera del modenese Pozzo Tancredi, di cui andiamo a parlare: Il monumento venne inaugurato l’8 Maggio del 1902 sotto commissione delle società operaie e artigiane di Torino che si autotassarono al fine di lasciare un simbolo che rappresentasse un’identità che si voleva tutelare. Dedicato allo scomparso Umberto I, assassinato dall’anarchico Gaetano Bresci il 29 Luglio del 1900 a Monza, figlio di Vittorio Emanuele II (il re che da Torino portò, con sommo sdegno dei Piemontesi, la capitale del Regno prima a Firenze [1 Giugno 1865] e poi a Roma [3 Febbraio 1871]). Questo monumento è alquanto anomalo, il re infatti non viene rappresentato con le uniformi tipiche con cui venivano ritratti al tempo gli appartenenti alle dinastie reali, bensì viene raffigurato negli abiti di un rix gallico. Ai piedi della statua un’iscrizione reca le seguenti parole: Sulla sommità della colonna che si erge alle spalle del rix ecco rappresentata l’aquila, simbolo della regalità e del popolo piemontese, colpita al cuore da un dardo, metafora di un re assassinato, ma anche di un popolo tradito. È interessante poi notare come anche la rinascita germanica della nostra terra venga ricordata in quest’opera, dove si può scorgere la “corona ferrea” che dai tempi dei Longobardi, e sembra anche dei Goti, è un simbolo della regalità che dalla caduta dell’impero romano è ormai esclusivo appannaggio delle dinastie germaniche. Il monumento, che forse per l’impronta eccessivamente identitaria non viene pubblicizzato tanto che difficilmente se ne trova traccia nei libri dedicati all’antica capitale sabauda, è stato in tempi recenti (24 Febbraio 1997) preso di mira da vandali che, non contenti di aver scritto con lo spray “Viva Bresci” sulla colonna marmorea, hanno imbrattato con vernice colorata la statua a cui spezzarono poi la spada. Il “restauro” non proprio celere si limitò a cancellare traccia della vernice, ma la spada, che per le popolazioni germaniche racchiudeva la forza del guerriero, rimane spezzata.
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